Premesso che:
in Calabria nelle ultime ore si è registrato un forte e preoccupante inasprimento dei dati relativi a contagi, ricoveri e morti causate da COVID-19;
la celerità, infatti, con la quale si stanno riconvertendo interi reparti in terapia intensiva delle diverse strutture sanitarie dislocate sul territorio rischia non solo di non essere sufficiente a coprire la crescente quantità di malati gravi che hanno bisogno di essere ricoverati, ma anche di mettere a repentaglio la possibilità di garantire le rapide ed adeguate cure per tutti quei pazienti non affetti da COVID-19 che tuttavia necessitano di essere correttamente assistiti;
da quanto si apprende, e nonostante la regione sia da pochissimo tornata ad essere "zona arancione", il quadro epidemiologico e sanitario calabrese versa in condizioni molto serie: in data 11 aprile 2021, infatti, è stata raggiunta la soglia del 50 per cento dei posti letto occupati, con un dato complessivo che ha visto superare i 510 ricoveri (incluse le intensive), nonché i 900 morti da inizio pandemia, con quasi 600 nuovi positivi al virus accertati;
come evidenziato dalle recenti notizie pubblicate anche dalla stampa locale, è soprattutto la provincia di Cosenza il territorio maggiormente colpito da questa preoccupante escalation: un numero di nuovi positivi che ha superato, con riferimento alla data sopra indicata, le 320 unità, con 6.317 casi positivi attivi e ben 4 decessi registrati nelle ultime 24 ore;
considerato che:
la sanità calabrese, che negli ultimi anni ha risentito fortemente del susseguirsi di episodi di cattiva gestione che hanno determinato, tra l'altro, plurimi interventi legislativi volti a far fronte proprio a tali criticità, da tempo rischia un collasso drammatico a causa di molti fattori, quali la carenza di posti letto di terapia intensiva, la vetustà delle strutture, la penuria di personale sanitario e un inefficiente impiego delle risorse;
il piano vaccinale, nondimeno, stenta a decollare su tutto il territorio nazionale: la Calabria, per di più, è una delle regioni con la percentuale minore di dosi vaccinali somministrate in rapporto alla popolazione (17,75 per cento), e con un valore assoluto di somministrazioni che si attesta poco sopra alle 341.000 unità;
i sindaci della regione si stanno alacremente attivando al fine di confrontarsi sull'inasprimento del quadro epidemiologico e sulle necessarie iniziative istituzionali che occorre mettere in campo e coordinare fra le differenti autorità;
non da ultimo, alcuni medici hanno espresso il proprio appello ad imporre addirittura un vero e proprio lockdown per porre un freno all'esponenziale accrescersi della crisi,
si chiede di sapere:
se Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell'aggravarsi dell'emergenza sanitaria e pandemica nella provincia di Cosenza, come dimostrano i dati su contagi, ricoveri e morti da COVID-19 registrati negli ultimi giorni;
quali iniziative urgenti intenda mettere in atto affinché venga predisposto un piano di azione efficace volto ad arginare immediatamente l'acuirsi della crisi sanitaria nel cosentino, nonché al fine di far luce sulle preoccupanti vicende che hanno portato a quella che l'interrogante considera una cattiva gestione dell'emergenza pandemica, che sta mettendo a repentaglio la tutela della salute dei cittadini calabresi.